Copertina a tema pasquale per il numero del «Messaggero di sant’Antonio» di aprile, con l’icona della Risurrezione in cui Gesù Cristo ci tende la mano, come a novelli Adamo ed Eva, per restituirci a nuova vita. Nell’editoriale “Il tempo di Dio”, il direttore, fra Massimiliano Patassini, si sofferma invece sul tempo della grazia, il kairos. Quello nel quale Gesù vuole prendersi cura di noi. Quello che è pieno nella misura in cui è condiviso con gli altri.
“Mamma IA” è il titolo dell’ampio dossier di Giulia Cananzi dedicato all’intelligenza artificiale, che fa sempre più parte delle nostre vite anche se ne siamo ancora poco coscienti. Il rischio è che le opportunità che essa ci apre nascondano le insidie di una tecnologia potentissima, ma invasiva e molto poco regolata. Nel dossier è inserito anche il focus sul matematico e informatico britannico Stuart Russell, uno dei massimi esperti di intelligenza artificiale.
L’ironia è un tema caro a papa Francesco, che più volte ne ha ricordato l’importanza anche per la vita di fede. Luisa Santinello in “Riprendiamoci l’ironia” analizza come l’ironia stia diventando sempre più rara, complici la pandemia, la crisi economica e la vicina guerra, ma pure la diffusione del «politically correct».
Da oltre 50 anni Egidio Guidolin colleziona tutto ciò che, dall’Unità d’Italia e fino alla metà del secolo scorso, si poteva trovare nelle aule delle scuole primarie, dai quaderni ai libri, dai banchi ai mappamondi. Un patrimonio di memoria che apre presente e futuro, che il servizio “C’era una volta la scuola”, con testi e foto di Luisa Santinello, svela.
Una seconda storia di vita è quella che presenta Alvise Sperandio con “Incontriamoci in portineria”. Una delle forme di welfare di prossimità che si stanno diffondendo sempre più anche in Italia sono le «Portinerie di quartiere»: non solo uno spazio a cui rivolgersi per dare e ricevere un aiuto, ma soprattutto un’esperienza umana di vicinanza e servizio.
Nelle pagine di Chiesa, da segnalare l’articolo di Nicola Nicoletti “La mattanza degli invisibili”. In Messico in sei mesi sono state uccise più di 15 mila persone, tra cui molti sacerdoti e giornalisti. Per dare un argine alla violenza, la Chiesa messicana ha intrapreso un cammino che coinvolge le comunità e chiama in causa le forze migliori del Paese.
Nell’articolo “Due città, una luce, una capitale” Sabina Fadel racconta la genesi e il senso della nomina di Bergamo e Brescia a «Capitale italiana della cultura 2023». Un’idea nata all’indomani del primo lockdown, per rilanciare due città particolarmente colpite dal covid e che oggi ripartono, insieme, sotto l’egida della cultura e della solidarietà.
In “Medicina di genere” Alessandro Bettero intervista Anna Maria Moretti, prima italiana presidente della Società internazionale di Medicina di genere. Donna e uomo manifestano in modi differenti patologie e risposte alle terapie. Una nuova disciplina scientifica studia le ricadute delle diversità biologiche, socio-economiche e culturali sulla nostra salute e sulle nostre malattie.
La rubrica Semi di guerra, semi di pace è firmata questo mese da Roberto Reale, giornalista, già vicedirettore del TG3 e di Rainews24. Nel contributo “La realtà, oltre le interpretazioni” l’autore spiega come le interpretazioni abbiano un peso enorme nella percezione di ciò che ci circonda. La guerra tra Russia e Ucraina è l’emblema di come sia facile perdersi tra le tante facce della realtà. Per uscirne, bisogna accettare il confronto e mettere al centro l’umano.
Infine, tra le rubriche mensili da citare, questo mese, anche Diversa-mente, che da circa 20 anni Claudio Imprudente firma sul «Messaggero di sant’Antonio». Giornalista, scrittore, animatore diversamente abile, attivo in vari campi della cultura, direttore editoriale della rivista «HP-Accaparlante», Imprudente è presidente onorario del centro Documentazione Handicap di Bologna. Il suo intervento di aprile “La crepa nel sepolcro” è una riflessione pasquale: la risurrezione viene a dirci che è da una crepa nel sepolcro che passa la luce della salvezza. Perché ogni ferità può sempre trasformarsi in feritoia.