L’approfondimento sui compiti extrascolastici, il fotoreportage dalla Cambogia, il binomio ecologia-ecumenismo, le parole della Shoah per non dimenticare, le nuove rubriche di spiritualità.
“Impariamo ad ascoltare”. È una sorta di mantra per laici e credenti con cui il «Messaggero di sant’Antonio» inaugura il 2022. Sono dedicati infatti all’ascolto la copertina e il dossier del nuovo numero di gennaio. Viviamo immersi nei rumori, in una società sempre più veloce, stiamo perdendo la capacità di ascoltare. Eppure proprio l’ascolto è la caratteristica che più di ogni altra dice la nostra umanità, perché ci apre al nostro vero sé, alla relazione con gli altri e con Dio. Come possiamo reimparare ad ascoltarci e ad ascoltare? Nell’ampio dossier “Impariamo ad ascoltare” Sabina Fadel approfondisce il tema della sempre maggiore mancanza di ascolto reciproco nella nostra società iperconnessa e di come rieducarci a un ascolto autentico, con consigli pratici per il cosiddetto “ascolto attivo”.
In “Dell'utilità dei compiti” di Nicoletta Masetto si parla di un tema fortemente sentito da genitori, insegnanti e, prima ancora, dai ragazzi. Quanti compiti dare? Quali dare? Come dare una mano a casa? L’articolo analizza pro e contro del lavoro extrascolastico e offre una riflessione a più voci sul compito educativo della scuola.
Nel fotoreportage “Cambogia. La storia dimenticata” Giovanni Mereghetti ci conduce in un viaggio nella storia di una nazione dilaniata. Per gli occidentali questa nazione asiatica era un paradiso. Finché la guerra nel vicino Vietnam non fece saltare gli equilibri e favorì la salita al potere di Pol Pot e la discesa del Paese all’inferno.
In occasione della “Settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani”, fra Giuseppe Buffon in “Ecologia fa rima con ecumenismo” offre una riflessione sul binomio ecologia/ecumenismo. A differenza di quanto accade in ambito imprenditoriale (dove economia ed ecologia sono spesso in conflitto), nella vita e nella visione delle Chiese cristiane, infatti, ecologia ed ecumenismo camminano di pari passo. Per abitare tutti insieme, pur nelle differenze, la nostra Casa comune.
In vista della Giornata della memoria del 27 gennaio, il mensile propone un doppio focus per ricordare l’orrore nazista. In “Lettere dall'inferno” Stefano Marchetti racconta una delicata “cronistoria epistolare” dal campo di concentramento di Fossoli, in provincia di Modena, in cui furono internati più di 2.840 ebrei italiani, deportati poi nei lager oltreconfine. Tra di essi Bruno De Benedetti, medico genovese morto a Kaufering nel 1944, che da Fossoli spedì oltre cento lettere alla moglie Armandina. Un epistolario struggente che aiuta la memoria.
Parole di memoria della Shoah anche nell’articolo di Laura Pisanello che ci porta a Nonantola, sempre nel Modenese, a Villa Emma, dove dal 1942 trovarono rifugio molti ragazzini ebrei da Germania, Bosnia e Croazia, secondo piani di fuga organizzati dalle comunità ebraiche per portarli in salvo in Palestina. Una storia anche in questo caso di scrittura, perché insieme a questi giovani si salvarono anche molti libri, riviste, spartiti musicali, da poco restaurati (“Doppio salvataggio”).
Tre le novità sostanziali di questo primo numero 2022 con cui il mensile inaugura nuovi filoni che accompagneranno i lettori durante l’anno.
Passaggio di testimone per la rubrica Seguendo il Santo, fra Danilo Salezze lascia la conduzione al rettore della Basilica di Sant’Antonio a Padova, fra Antonio Ramina.
La nuova serie delle pagine di catechesi sarà dedicata ai gesti antoniani. Uno spazio per raccontare e attualizzare quei gesti, fatti di Parola e azione (carità, miracoli, impegno sociale…), con cui sant’Antonio continua ancora oggi a parlarci dell’amore di Dio per ogni uomo e ogni donna. In “Segnaletiche antoniane” il direttore fra Fabio Scarsato introduce l’intera serie, nei prossimi mesi firmata da Gilberto Borghi e Chiara Gatti. Dopo gli 800 anni dalla vocazione francescana di Antonio (2020) e dal suo arrivo in Italia (2021), nel 2022 resta un ulteriore prezioso anniversario antoniano da celebrare: la prima predica di frate Antonio nell’abbazia di Forlì, esattamente nel 1222, con cui si svelò al mondo come grande predicatore. Allora la sua parola raggiunse, e tuttora raggiunge, ogni angolo della Terra, valicando confini geografici e appartenenze religiose.
Padre Ermes Ronchi, dopo aver concluso la rubrica dedicata alla Laudato si', si concentrerà quest’anno sul tema dell’ascolto, tema centrale nella vita della Chiesa che in questo biennio sta vivendo il Sinodo, che vede proprio nell’ascolto il cuore del suo messaggio, perché senza ascolto non può esserci sinodalità. Titolo della nuova rubrica è In ascolto.