La copertina di dicembre del «Messaggero di sant’Antonio» raffigura una giovane madre con il figlioletto tra le braccia che cammina lungo le strade di Varanasi in India. Un’immagine emblematica che rappresenta un Natale diverso, lungo la strada che, come il dossier all’interno “È nato lungo la via” di don Luigi Verdi , fondatore della Fraternità di Romena, ricorda la condizione umana di precarietà nella quale tutti viviamo e che Gesù stesso, nascendo in una mangiatoia, ha voluto condividere con noi. Il dossier si sofferma infatti sulla condizione di “camminanti”, fisici o esistenziali che sia: i cristiani, negli Atti degli Apostoli, sono chiamati «quelli della via», lo stesso san Francesco definiva il figlio di Dio «nato per via», e la via è anche quella che tutti percorriamo nella nostra vita.
All’interno altri articoli a varie firme dedicati alla nascita di Cristo, che offrono punti di vista inediti e riflessioni originali, a partire dall’editoriale “Sproporzioni epiche” del direttore fra Fabio Scarsato . «Il Natale è la festa delle sproporzioni – scrive – Tra il Dio nei cieli e il Bambino nella mangiatoia. Tra i potenti del tempo e Maria e Giuseppe. Tra la povertà di una stalla e l’opulenza dei nostri Natali».
Nelle pagine di attualità, lo speciale dedicato all’Afghanistan ricostruisce quanto accaduto nel Paese asiatico da agosto in poi, raccogliendo la voce di alcuni protagonisti. Chi ha tentato di dominare questa regione ha sempre fallito e ora, con l’arrivo dei talebani e una crisi economico e umanitaria sempre più acuta, si teme una nuova guerra civile. Alessandro Bettero in “La trappola afghana” fa il punto della delicatissima situazione sociopolitica e intervista Eleonora Colpo, volontaria di Emergency nell’ospedale di Kabul. In “Fuga da Herat” Lieta Zanatta racconta come stanno vivendo gli afghani che lavoravano con il contingente italiano: chi è scappato e chi resiste, prime tra tutti le donne. Nel box Vanni Zagnoli ricostruisce, infine, la storia di tre calciatrici del Bastan fc, a Herat, fuggite dal regime talebano e ora ospitate in Italia.
A 30 anni dall'uscita dell’album Nevermind dei Nirvana la popolarità della rock band non sembra diminuire. Luisa Santinello nell’ampio articolo “L'altra faccia dell'idolo” indaga la figura del loro frontman Kurt Cobain, uomo dalle mille contraddizioni che ancora oggi affascina migliaia di fan: dagli adolescenti di allora che avevano consumato le loro cassette a forza di ascoltarle, agli adolescenti di oggi che li hanno scoperti dai racconti di genitori, internet o Spotify.
“Il Tuo popolo in cammino” di Sabina Fadel approfondisce l’evento che sarà al centro della vita della Chiesa per oltre un biennio: il Sinodo, avviato a ottobre, dedicato alla “sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”, che trova nell'ascolto il fulcro per ripensare insieme la Chiesa del futuro.
A cent’anni dalla nascita di Mario Rigoni Stern, Nicoletta Masetto nell’articolo “Le stagioni di Mario” fa il punto sull’attualità dei grandi temi trattati dallo scrittore: storia e memoria, natura e sostenibilità, il coraggio di dire no. A stupire, per certi versi, è la scoperta dell’autore da parte di molti giovani e l’approccio con cui essi, attraverso articoli, tesi di laura, blog e pagine social, raccontano un Rigoni Stern quasi inedito.
Da segnalare infine le pagine dedicate al progetto “Antonio 20-22”, con cui la rivista da gennaio ripercorre i passi compiuti ottocento anni fa da Antonio. Dopo aver accompagnato nei mesi scorsi il cammino dei pellegrini da Capo Milazzo fino a Padova, questo mese il focus si sposta verso il mondo, rileggendo una devozione che da Padova si è estesa ai cinque continenti divenendo di fatto universale. A introdurre lo speciale di 12 pagine l’articolo “Antonio di chi?” del direttore fra Fabio Scarsato. Alessandro Bettero ci accompagna negli States a conoscere i volontari che in nome di St. Anthony’s Padua aiutano gli indigenti (“San Francisco serve gli ultimi”). Due gli articoli di Giulia Cananzi: nel primo intervista fra Valerio Folli, il nuovo responsabile di Caritas Sant’Antonio (“Ricominciare dagli ultimi”), nel secondo racconta come la spiritualità antoniana di uomini e donne in carne e ossa abbia aiutato negli anni gli emarginati in tutto il pianeta (“I folli di sant’Antonio nel mondo”).