Bontà 46: i Premi della Bontà 2021

Ben 5 i vincitori del "Premio della Bontà 2021" in tempo di pandemia.

Premi della Bontà 2020

dott.ssa Mariateresa GALLEA, dott. Paolo SIMONATO, dott. Luca SOSTINI

“Giovani medici in prima linea nella lotta al COVID 19”

Note biografiche

Mariateresa Gallea nasce a Castelfranco Veneto (TV) il 18 novembre 1986 ma è cresciuta a Padova dove tuttora vive. Si è laureata in Medicina e Chirurgia a Padova nel 2012 e dal 2013 lavora come medico di Continuità Assistenziale per l'Azienda ULSS n. 6 “Euganea”, inizialmente nella sede di Este e dal 2015 in quella di Conselve. Nel 2016 ha acquisito il Diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale presso la Regione Veneto e attualmente è in graduatoria per essere un medico di famiglia in questa città.

Paolo Simonato è nato a Noventa Vicentina (VI) il 24 novembre 1990 ma ha sempre vissuto nel padovano a Ospedaletto Euganeo. Ha due fratelli, il maggiore dei quali psichiatra. L'altro, gemello, ha condiviso con lui tutto il percorso di studi, università compresa. Dopo la laurea, avvenuta a ottobre 2015, ha sempre lavorato come medico territoriale nel servizio di Continuità Assistenziale nell’ Azienda ULSS n. 6 “Euganea”. Ha conseguito il diploma di Emergenza Territoriale nel 2019. A ottobre di quest'anno ha iniziato il corso di formazione per diventare medico di famiglia.

Luca Sostini nasce a Este (PD) il 29 gennaio 1986 dove tuttora risiede. Si è laureato in Medicina e Chirurgia a Padova nel 2012. Nel 2016 ha acquisito il Diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale presso la Regione Veneto. Dal 2017 ha lavorato come medico di Continuità Assistenziale per l'Azienda ULSS n. 6 “Euganea” nella sede di Montagnana sino al 2020 quando ha aperto il suo Studio di Medicina Generale a Fontanafredda di Cinto Euganeo. E’ anche arbitro di calcio dal 2002, iscritto alla sezione AIA di Este.

Motivazione del Premio.

Proprio all'inizio dell’emergenza sanitaria da COVID 19 a fine febbraio 2020 è stato chiesto ai tre giovani medici di sostituire i tre medici di medicina generale a Vo', perché posti in quarantena in quanto esposti al virus. Ciò ha permesso di garantire il servizio di assistenza primaria in quel comune una delle due prime aree rosse d’Italia, il tutto volontariamente. In quella situazione si sono trovati ad essere, non solo medici ma anche punto di riferimento per la popolazione vadense e prime sentinelle di una pandemia che a fine febbraio ancora non aveva raggiunto l'apice e che era ancora poco conosciuta nella sua estensione, nella sua modalità di contagio e nel corteo dei sintomi. In una città isolata, dove non si poteva né entrare né uscire, si sono trovati impegnati anche nella gestione di casi sociali: da anziani e persone con disabilità rimasti soli, ai lavoratori che, non potendo raggiungere il luogo di lavoro, chiedevano informazioni e certificazioni. Si sono trovati a visitare bambini e neonati, pazienti chirurgici da gestire nel post-operatorio. Assieme agli infermieri del distretto e con consulenze telefoniche degli specialisti, sono riusciti a gestire a domicilio anche le situazioni più complesse. Erano in contatto costante tra loro e questo lavoro di squadra è stato molto importante per fronteggiare una situazione in continua evoluzione. Hanno vissuto giornate e nottate lunghe, intense, provanti sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Sono stati insigniti dell’onorificenza di Cavalieri dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana il 2 giugno 2020 tra i cittadini distintisi nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. 


 

Rev. Don Fabio STEVENAZZI

“Sacerdote e Medico tornato in corsia per assistere il corpo e l’anima”

Motivazione del Premio.

Don Fabio Stevenazzi, 48 anni, è sacerdote della parrocchia di San Cristoforo a Gallarate, in provincia di Varese – Arcidiocesi di Milano. Durante la prima emergenza pandemica ha deciso di indossare nuovamente oltre alla talare il camice bianco per contribuire alla cura dei malati di Covid-19. Don Fabio infatti, prima di diventare sacerdote, ha lavorato come medico internista per più di dieci anni dal 1997 al 2008. Ordinato sacerdote non ha mai abbandonato l’aggiornamento continuo in ambito medico. Nel 2017 l'attuale arcivescovo di Milano, S.E. Rev.ma Mons. Mario Enrico Delpini, quando era ancora vicario generale, gli chiese di collaborare con l’ ONG Cuamm-Medici con l’Africa di Padova, per cui, nei mesi estivi del 2018, si è recato in missione in Etiopia presso l'ospedale San Luca di Wolisso e, nel 2019, in Tanzania, all'ospedale di Tosamaganga. Don Fabio ha maturato la decisione di reindossare il camice tra i pazienti affetti da COVID-19 con molta tranquillità rendendosi perfettamente conto della tragicità della situazione che ha colpito l'intera comunità lombarda e non solo. Ha subito percepito l'urgenza ed è ridisceso in campo presso l’Ospedale di Busto Arsizio dell’Asst “Valle Olona”. Nel corso del suo servizio ha potuto non solo svolgere la professione medica ma anche portare i conforti religiosi a pazienti morenti lontani dai propri familiari.

E’ stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana il 2 giugno 2020 tra i cittadini distintisi nell’ambito dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.  

 



Prof. Ferdinando BONESSIO

Docente che con la propria abnegazione e i propri mezzi a consentito l’esame di stato da una studentessa svantaggiata in tempi straordinari di pandemia

Note biografiche

Il Professor Ferdinando Bonessio nasce a Firenze 62 anni fa e risiede a Roma dagli anni '60. Padre di 2 figli oggi trentenni è anche nonno di un bambino di 6 mesi. E' stato docente di Scienze Motorie collocato in pensione dal 1° settembre 2020 dopo oltre 43 anni di servizio. Ha svolto la sua attività di docente nelle scuole secondarie di primo grado di Roma e Provincia. I primi anni è stato impegnato nei comuni dell'interland romano di Guidonia e Tivoli, per poi insegnare nella periferia dei quartieri popolari della capitale come: San Basilio, Corviale, Portuense, Garbatella e Tor Marancia. Durante tutta la carriera ha cercato di mantenere con gli alunni un rapporto personale diretto, oltre a quello ordinario da docente, che tenesse conto dell'osservazione dei comportamenti, della comprensione del carattere e dei bisogni individuali. Per la sua "missione di docente" ha sempre ritenuto che l'obiettivo della scuola dell'obbligo fosse quello di "insegnare ad imparare" dando a tutti le stesse opportunità e strumenti: cittadini preparati per una società migliore. Al di là dei riconoscimenti istituzionali, ha sempre considerato che la vera ricompensa per il lavoro svolto durante tutti gli anni di carriera fosse quella di vedere il sorriso sul volto dei suoi alunni oppure ricevere un "grazie" da parte delle famiglie. 

Motivazione del Premio.

Al termine del periodo della obbligatoria Didattica a distanza, che si era rivelata piuttosto complicata sia perché era la prima esperienza a livello nazionale sia perché la materia "Ed. Motoria" insegnata dal professor Bonessio poco si prestava a questa modalità non in presenza, il professore faceva parte, insieme ai colleghi del Consiglio di classe, nel mese di giugno 2020 della Commissione per gli esami di "Licenza media". Quel giorno la prova orale della classe III B dell'Istituto Comprensivo “Poggiali-Spizzichino” di Roma (quartiere Montagnola) si stava svolgendo online dalle ore 8 della mattina. Era inserita, nell'elenco degli alunni che dovevano sostenere l'esame, una ragazza la cui famiglia era originaria dell'Ecuador. La ragazza, di carattere molto timido e riservato, in quel momento riferiva telefonicamente di trovarsi a casa da sola e di non riuscire a collegarsi in video. La Commissione, per agevolare la ragazza, prendeva tempo e posticipava la prova d'esame al pomeriggio. Giunti alle ore 17 purtroppo persistevano i problemi di collegamento e la ragazza, sempre telefonicamente, mostrava di essere disperata ed in preda ad una crisi di pianto. A quel punto il professor Bonessio proponeva alla Commissione di sospendere temporaneamente i lavori e si offriva di recarsi presso l'abitazione dell'alunna situata nel quartiere di Acilia a circa 20 km dalla sede scolastica. Alcuni docenti mostravano perplessità ma il professor Bonessio con la sua esperienza di docente anziano ricordava ai colleghi lo "spirito della missione docente" e soprattutto l'obbligo di consentire in tutti i modi all'alunna di svolgere l'esame. Una collega, la professoressa Annamaria Mele di musica, si offriva di accompagnare il professor Bonessio. I due con l'autovettura del docente arrivavano all'abitazione della ragazza e suonavano al citofono invitandola a scendere per provare a collegarsi con la scuola attraverso lo Smartphone del professore. Così accadeva: la ragazza raggiungeva i docenti mostrando sul volto un grandissimo sorriso e la serenità ritrovata. I tre si recavano ai tavolini di un Bar situato nelle vicinanze e da quella sede si collegavano con tutti gli altri docenti della Commissione consentendo alla ragazza di svolgere la sua prova d'esame. La missione era compiuta, la scuola aveva raggiunto il suo obiettivo: dare a tutti gli studenti un'opportunità.

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