Messaggero dic 2020

Una luce nel buio, il nuovo numero di dicembre del «Messaggero di sant’Antonio»

Il fotoreportage sulla guerra tra Azerbaijan e Armenia, l’inchiesta sul volontariato al tempo del Covid, l’intervista a Gianni Berengo Gardin, le foto della Cina di inizio ‘900 del missionario etnodocumentarista e la monaca social coi burattini

In questi mesi bui di pandemia, che stanno mettendo a dura prova il mondo intero, la copertina del «Messaggero di sant’Antonio» di dicembre rigenera con un soffio di speranza, ricordando l'ormai imminente arrivo di quella Luce che porta a tutti una rinnovata fede. Nell'editoriale “Di che mito sei” il direttore fra Fabio Scarsato fa un excursus sui miti fondativi di varie civiltà, compreso quello che da duemila anni dà senso alle nostre scelte. Un Dio bambino «che fa della fragilità e dell’accoglienza, della rinuncia alla propria forza e della condivisione con gli ultimi» il racconto delle origini della fede cristiana. «Un Dio che non potremo mai invocare contro nessuno né come alibi per i nostri egoismi».

Direttamente dal fronte azero, il fotoreportage “Di paura e speranza” firmato da André Widmer e Ugo Lucio Borga, che documenta la guerra tra Azerbaijan e Armenia, conclusasi formalmente lo scorso 10 novembre con la sigla dell'accordo di pace. Un conflitto che si era riacceso a settembre, ma che dura in realtà da venticinque anni, per il controllo della regione del Nagorno Karabakh e del relativo oleodotto che trasporta il petrolio dai giacimenti nel mar Caspio.

Il dossier “Le parole e la Parola”, di Sabina Fadel e Nicoletta Masetto, riflette sulle “parole” e sulla loro capacità di generare mondi, a partire da quelle utilizzate in tempo di Covid-19, dal tranquillizzante «andrà tutto bene» alle metafore della guerra nel contrasto alla pandemia. Perché le parole possono affossare ma anche salvare. A stimolare le riflessioni anche le interviste a Giovanni Grandi, docente di Filosofia morale all’Università di Trieste, alla giornalista e scrittrice Romina Gobbo, a monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo (TO), e al poeta Davide Rondoni.

In questa pandemia il volontariato ha avuto e sta avendo un ruolo fondamentale, che potrebbe cambiare il modo di vedere e risolvere i problemi sociali. Nell’inchiesta “Un laboratorio di soluzioni” Giulia Cananzi racconta come è cambiato il volontariato in questo periodo, con alcune esperienze significative in tutta Italia, dall’esempio di Padova “Capitale europea del volontariato 2020” ai risultati di una ricerca nazionale del Csvnet.

“Un sorriso contro il covid” è l’intervista di Claudio Zerbetto a suor Sandra Marin del monastero agostiniano di Santa Croce sull’Arno, che dal primo lockdown in poi ha raccontato fiabe e animato burattini su Facebook e YouTube, entrando nelle case con la sua simpatia e capacità di intrattenere spettatori grandi e piccini, al motto «un sorriso al giorno, fa scappare il virus di torno».

Stefano Marchetti in “Il mio racconto per immagini” intervista Gianni Berengo Gardin, che da quasi settant’anni documenta la vita spaziando dai paesaggi alle feste popolari, fino alle realtà emarginate. È un faccia a faccia con una leggenda della fotografia che, a 90 anni compiuti, non ha mai perso la passione degli inizi, come racconta al «Messaggero di sant’Antonio»: «Per me la fotografia ha sempre avuto il valore di documento, e ho cercato di esplorare le storie e le vite delle persone. Con un approccio da artigiano, non da artista».

Foto protagoniste anche in “La Cina vista da un missionario” di Luisa Santinello che racconta la storia di padre Leone Nani, che dal 1903 al 1914 prestò servizio in Cina, evangelizzando, ma anche documentando attraverso 640 lastre fotografiche l’identità di un Paese in transizione dall’Impero alla Repubblica. Un viaggio con gli occhi e la mente nella Cina d’inizio ᾽900.

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